Nel rendere accessibile una parte dei materiali preservati nel fondo Verzegnassi-Casiraghi, intendiamo aggiungere un tassello alla conoscenza storica della critica cinematografica in un momento cruciale del suo sviluppo. Gli esordi e la produzione giovanile di Ugo Casiraghi tra gli anni ’30 e ’50 si collocano infatti lungo il processo di istituzionalizzazione della cultura cinematografica italiana e nel mezzo del periodo di transizione che dal ventennio fascista porterà al dopoguerra repubblicano. [i]
Le serate retrospettive del circolo Mario Ferrari, le pellicole fuori circolazione già sottratte al macero da Comencini e Lattuada in quella che diventerà la Cineteca Italiana, i giornali e le attività culturali del Gruppo Universitario Fascista che avvicinano il giovane Ugo al cinema sono manifestazioni sintomatiche di un modo di prendere “sul serio” l’arte dell’immagine in movimento che andava gradualmente diffondendosi nei grandi centri urbani e nelle piccole città italiane. Allo stesso tempo, ancora poco più che studente liceale, Casiraghi inaugurerà le proprie pubblicazioni sulle testate di tiratura nazionale, da Bianco e Nero, giornale dal Centro Sperimentale di Cinematografia Cinema, il quindicinale diretto da Vittorio Mussolini, stringendo così i primi contatti con quel sistema di enti e corpi di stato introdotti dal governo a irreggimentare e stimolare la produzione culturale intorno al cinema. Come gli altri giovani critici con cui stringe amicizia durante gli esordi, quella di Casiraghi è una personalità figlia della riorganizzazione e della sistematizzazione del settore intellettuale e cinematografico che avviene tanto a livello locale quanto sull’intero piano nazionale.
Indagare gli esordi di un critico che fin dai primi anni del dopoguerra diverrà attivo animatori della vita culturale della sezione milanese del PCI nonché stimata firma de L’Unità, noto per la sua Inchiesta sul Cinema Italiano e per l’indole polemica con cui parteggerà contro la “stampa governativa” nel dibattito intorno al neorealismo, è un modo efficace non solo per tracciare i cambiamenti di orientamento politico avvenuti in seno al giornalismo dopo la fine della guerra, ma anche per ritrovare i prodromi di un discorso critico e una sensibilità estetica condivisi da una generazione di cinefili e cineasti formatisi durante il fascismo. Emancipandosi dall’eredità intellettuale dell’idealismo crociano e abbracciando le istanze marxiste e materialiste, i giovani che erano stati attivi nelle “palestre” dei Guf pongono le basi di un modo di fare e leggere il cinema destinato ad arrivare del tutto a compimento soltanto dopo la caduta del regime.
Le rimanenze del periodo ’43-‘53 rinvenute presso l’archivio personale Casiraghi contano fotografie, volumi, periodici, carte documentali, effemeridi di varia natura (dalle cartelle stampa alle cartoline promozionali fino ai questionari distribuiti al pubblico del Cinema Anteo al termine dei cineforum) e, soprattutto, corrispondenze. Tra le oltre 2.100 carte esaminate figurano lettere, cartoline e telegrammi tra Casiraghi e personalità del cinema e della critica quali: Glauco Viazzi, Corrado Terzi, Osvaldo Campassi, Guido Guerrasio, Giuseppe De Santis, Vittorio De Sica, Guido Aristarco, Gianni Mida Puccini, Francesco Pasinetti, Antonio Pietrangeli, Walter Ronchi, Luigi Chiarini, Michelangelo Antonioni, et alii. Proprio concentrarsi sulla corrispondenza, come fonte “relazionale”, permette di approcciare la storia della critica superandone la dimensione esclusivamente testuale portando alla luce l’ìntreccio di amicizie personali, legami politici, rapporti culturali che coinvolgono e hanno coinvolto i maggiori interpreti della società italiana.
[i] I testi e i materiali che presentiamo su queste pagine sono il risultato delle ricerche svolte tra Aprile 2019 e Aprile 2020 nell’ambito del Progetto di Ricerca Dipartimentale del DIUM (Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale) dell’Università degli studi di Udine, intitolato “L’archivio Casiraghi. La critica cinematografica tra fascismo e repubblica” (responsabile scientifico: Andrea Mariani). Il progetto ha goduto del sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della collaborazione dell’Associazione Palazzo del Cinema – Hiša filma, della Mediateca Provinciale “Ugo Casiraghi” e della Biblioteca Statale Isontina. I nostri più sinceri ringraziamenti a Giuseppe Longo, Silvio Celli, Chiara Canesin, Marco Menato, Marina Stekar, Antonella Gallarotti e a tutto il personale della Mediateca e della Biblioteca Isontina che ha accompagnato e reso possibile l’accesso ai materiali e la loro consultazione.